Mirigliano pittore

''Presentazione del catalogo 1949''

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Giuseppe Mirigliano è calabrese:

lo si sente quasi nella sua pittura luminosa, spontanea, penetrante, senza orpelli o leziosità di superficie, senza funambolismi cerebrali.

È un forte temperamento di artista che domina sapientemente il motivo pittorico che gli si affaccia al cervello e sa distribuire con pari equilibrio i volumi, le luci e gli accenti cromatici, su tutto diffondendo un soffio di poesia.

Giuseppe Mirigliano, autodidatta in un primo tempo, venne successivamente educato alla pittura da Vincenzo Migliaro.

Nel diuturno contatto col Maestro egli apprese l’arte di disciplinare la forma, di giustificare il colore e, sotto certi limiti, di dare eleganza anche all’oggetto più banale.

Ma egli seppe, nei fecondi pomeriggi di Via Satriano, non soltanto acuire i mezzi d’indagine artistica, ma anche – in antagonismo col fascino potente che si sprigionava dal Maestro – ricercare ed esaltare i tratti della propria personalità prepotente.

Ecco perché Mirigliano ci appare sotto una fisionomia inconfondibile nell’eclettismo della sua produzione, anche se nella tecnica, fino a un certo punto, egli segua le orme di Migliaro.

Non è possibile qui dare un’adeguata analisi estetica delle opere di Mirigliano e sarebbe, del pari, sterile fatica intessere ghirlande di aggettivi altisonanti, peraltro, così poco cari al suo spirito.

Diciamo soltanto, per concludere, che la sua arte è tanto persuasiva da far passare l’osservatore, con lo stesso godimento, dalla contemplazione dei più sereni giochi di luce attraverso il fogliame di un bosco, alla vaporosità dell’atmosfera, ai più ardui scorci di roccia sul mare, sia esso sereno o tempestoso, alla carnosità succulenta della natura morta, allo sfarfallio dei petali dei fiori, alla espressione dolce o trasognata o voluttuosa o malinconica della figura umana.

Gesù Greco - 1949

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