Mirigliano pittore

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            La  cerimonia  per  la  presentazione  del  bel  volume  antologico delle

opere  di  Giuseppe  Mirigliano  rende  giusto  omaggio  alla memoria  di  un

uomo che ha saputo mirabilmente affidare al linguaggio universale dell'arte

figurativa   la   sua   capacità  di  cogliere   il   Bello  e  di  farlo  intensamente

percepire attraverso le forme ed i colori delle sue opere.

          Interprete creativo della Scuola napoletana, rivela la sua "calabresità"

nella profondità degli sguardi e dell'espressioni dei volti effigiati,  ma anche

nella  vivezza  cromatica  delle   nature   morte,  che  solo  per  convenzione

possiamo definire tali.

         Tutto   è   vita   nell'opera   del   MIRIGLIANO,  tutto   è    gioia  o  serena

contemplazione, che lenisce e sublima ogni pur intuibile mestizia.

         Con  questi  sentimenti,  mi  associo  in  ammirata,  ideale   presenza  a

tutti coloro che, partecipando all'odierno evento, testimoniano che la vita di

un artista non resta chiusa nel breve confine che il  tempo ha  assegnato al

suo corpo, ma varca le soglie del sepolcro, per continuare  ad illuminare  le

coscienze dei vivi al culto del Bello e del Vero, in cui si appalesa il volto del

Creatore stesso.

 

 

 

   
     

 

 

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"nel trentennale della morte"

Giuseppe Mirigliano nacque in Calabria il 23 maggio del 1904.

In tenera età, la famiglia lo trasferì a Napoli, anche al fine di agevolarne l’accesso agli studi.
Laureatosi in Scienze Naturali, intraprese la carriera universitaria, che esercitò con successo inizialmente presso l’Università di Napoli, poi presso l’Ateneo di Bari, ove la Sua attività di insegnamento si concluse, per la Sua morte prematura.


Nell’ambito delle Scienze Naturali, i Suoi interessi di Ricercatore

(con numerosissime pubblicazioni) e di Docente spaziarono fra varie ed impegnative Discipline (dalla Geologia, alla Vulcanologia, all’Oceanografia, alla Zoologia, alla Paleontologia Umana, all’Anatomia Comparata dei Vertebrati).


In parallelo, però, e fin dall’adolescenza, si manifestò e prese corpo la Sua vera, grande passione per l’Arte.

Infatti, la dimensione nella quale Egli si realizzò appieno fu la Pittura, da cui ottenne, peraltro, i riconoscimenti più agognati.


Nella Sua vita di Artista, Giuseppe Mirigliano

fu inizialmente e per un breve periodo un autodidatta, sino a quando, ancora giovanetto, ebbe l’ardire di presentarsi al grande Maestro Vincenzo Migliaro, chiedendogli di accedere al suo Studio d’Arte e di essere indirizzato verso il miglior perfezionamento tecnico-stilistico.


Il Migliaro, pur essendo poco incline alla socievolezza, sottopose il giovane a dure prove, prima di accoglierlo e di accettarne quella collaborazione da cui scaturirono, negli anni, opere deliziose.


Col tempo, il sodalizio fra i due Artisti divenne sempre più cordiale,

fino al punto che il burbero Migliaro acconsentì a posare per Mirigliano, il quale ne eseguì uno stupendo ritratto ad olio – unico al mondo – oggi custodito religiosamente nella collezione privata del figlio del Mirigliano.


Il lungo e diuturno rapporto con il Grande Vecchio fu molto stimolante per Giuseppe Mirigliano (e quante storie, episodi toccanti ed altri ameni, intercorsi tra i due potrebbero essere raccontati!); tuttavia il Suo spirito assolutamente libero e la Sua energica personalità diedero a Giuseppe Mirigliano la forza di produrre sulla base di stile e tecnica al di fuori di ogni schema.

Per di più, Mirigliano non si legò mai a tematiche o soggetti preferenziali, che sarebbero potuti risultare ripetitivi; ma seppe spaziare, con uguale maestria, fra i temi più diversi (dalle varie rappresentazioni del paesaggio, alle più profonde espressioni della figura umana, alla natura morta, alle molteplici raffigurazioni di scene di vita quotidiana).

Divenne, così, uno dei più illustri rappresentanti della Scuola Napoletana della prima metà del Novecento ed oggi, a giusto diritto, può essere considerato un eccellente “Epigono” di quello splendido Movimento artistico che fu l’Ottocento Napoletano.

Giuseppe Mirigliano produsse molto e le Sue esposizioni

 (di regola “personali”)

si susseguirono con successo in Italia ed all’estero,

tant’è che moltissime Sue opere figurano in prestigiose collezioni

pubbliche e private italiane e straniere

(dall’Europa agli Stati Uniti d’America).

Nel corso della Sua maturazione artistica, Egli seppe anche abilmente “mutar d’accento”, difatti alcune serie di opere, prodotte in anni diversi, si presentano sotto forma di espressioni stilistiche e tecniche molto differenziate.

Giuseppe Mirigliano non amava essere accostato ad altri Artisti o Movimenti, tuttavia non può sfuggire che in tante opere si riconoscano gli accenti di un puro Impressionismo,

basati sulla ricerca della luce e sull’attimilità del tocco,

che trasfonde ogni riproposizione contenutistica;

in altre, poi, si sente la riproposizione raffinata dei Grandi dell’Ottocento Napoletano. E, ancora, nei Suoi disegni

(specialmente nelle Sue mirabili “sanguigne”), com’è bello ritrovare l’accuratezza e la forza del miglior Vincenzo Gemito; quando – poi – l’accostamento non possa divenire più ardito e risalire al nostro Rinascimento.


Esiste, nella collezione di opere di Giuseppe Mirigliano rimasta ai giorni nostri un “pezzo” particolarmente toccante e che per il figlio dell’Artista rappresenta un’autentica reliquia: l’autoritratto del Maestro,

 

rimasto incompiuto per la Sua prematura scomparsa; l’emozione scaturisce dal fatto che sono chiaramente individuabili le ultime due pennellate della Sua vita.


Giuseppe Mirigliano morì a Napoli il 7 Novembre del 1971

(e, per triste ironia della sorte, in quello stesso giorno Egli avrebbe dovuto inaugurare una Sua “personale” a Siena).

Nel trentennale della Sua scomparsa, è bene riproporlo ed indurre a riflettere su quanto sia ancora valida ed attuale

la Sua forma di espressione pittorica, che – fra l’altro –

è stata il frutto del Suo amore e della Sua conoscenza profonda del disegno, qualità divenuta oggi, purtroppo, estremamente rara.


Roma, 23 luglio 2001.
Manuela Pacelli
Critica d’Arte
Consulente del Ministero
per i Beni Culturali

 

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I volti dell’arte di Giuseppe Mirigliano


In un panorama in cui tutto tende a livellarsi ed in cui spesso si cade nell’eccesso di protagonismo o di sterile contestazione, la pittura di Giuseppe Mirigliano propone un linguaggio carico di suggestioni, dove il colore “narra” una storia tutta propria.

Di eccezionale forma e contenuto è la lunga teoria dei soggetti trattati: nature morte, ritratti, angoli magici di Napoli e delle coste del Sud, sature di bellezze e di incanti.

Peculiarità della sua Arte non è il mero riproponimento del reale,

bensì la formulazione di una precisa struttura sintattica, conclusa nella rappresentazione di una realtà che, oltre i limiti del segno, narra sé stessa, in una formulazione autosignificante.

Le particolari forme della trasfigurazione pittorica nella poetica del Mirigliano si impongono per l’originalità dei tagli paesaggistici, per la sapiente scelta cromatica e più ancora

per il suggestivo equilibrio della forma.

Le caratteristiche che codificano il linguaggio dell’Artista si configurano nell’osservazione attenta dei soggetti trattati, di cui l’Artista sa esaltare

le particolarità più salienti, più significative: nelle leggiadre pendici degradanti verso il mare, nelle “saponose” brume del mattino, nelle calde ombre allungate dei pini marini, nei solitari paesaggi colti nell’essenzialità del segno e lontani da ogni inutile abbellimento.

Emerge chiaramente la forza espressiva di un Pittore in armonia con la forma compenetrata nell’umano e nella natura, reinventata secondo una formulazione propria, carica di sensualità coloristiche.

La sua materia pittorica ha la capacità di coinvolgere emotivamente l’osservatore attento che, prevaricando il significato della pura immagine, la “carica” di valenze superiori, di profonda emotività ed istintività creativa, con la quale il Mirigliano formalizza le componenti essenziali della sua ricerca.

Una ricerca che si avvale, per la sua concettualità, del tema della Natura come principale fonte di ispirazione e come insostituibile campo di indagine; è nella Natura, infatti, che l’Artista recupera un rinnovato senso di esaltazione e di dolcezza insieme, nella delicatezza delle variazioni cromatiche e nella sinuosità degli orizzonti.

Anche nelle rappresentazioni di figure, di ritratti, bisogna andare oltre i limiti del segno, oltre l’iconografico, per cogliere la reale atmosfera della sua poetica.

Pittura dunque di atmosfera, di contemplazione e di profonda indagine introspettiva, mediante una luce di verità, capace di dare spessore e significato all’essenza stessa delle cose.

Il fascino di un romantico scorcio paesaggistico, o di una intensità espressiva di un volto, rivivono nella sintesi pittorica del Mirigliano, che si appropria delle loro profonde valenze fino a dar voce alle istanze più profonde del suo essere.

Solo apparentemente la sintassi formale del Pittore risponde ai canoni di un figurativo classico di Scuola Napoletana, perché il naturalismo si individua solo nell’armonia simbolica dell’umano e nel canto di una Natura antica ed attuale insieme.

Roma, ottobre 2002. Anny Baldissera
Critica d’Arte
Presidente dell’Associazione Culturale
“CASSIOPEA” - Roma

 

 

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Lettera aperta di Augusto Giordano
“La pittura di Giuseppe Mirigliano”

Caro Francesco,
dopo il nostro incontro al Divino Amore, dove sono rimasto intensamente ammirato della “Raccolta” delle opere pittoriche di tuo padre, Giuseppe Mirigliano, della Scuola d’Arte Partenopea, ci siamo più volte incontrati nel corso di Mostre pittoriche e sono sempre stato favorevolmente colpito dai quadri di tuo padre, estremamente versatile: paesaggi variegati, ritratti pieni di comunicativa, nudi esteticamente coinvolgenti, ma puri, mai volgari, mai pornografici.
La bellezza, il gusto estetico sono le caratteristiche delle pitture di Giuseppe Mirigliano, straordinariamente ricche di colori, come la natura che Dio ha creato, ci fanno visualizzare ampi orizzonti, elevano l’anima nel cielo azzurro, come il colore predominante dei suoi quadri, purificandola.
I suoi quadri sono ricchi di numerosi elementi poetico-pittorici, che si esprimono ed estrinsecano in una espressività artistica efficace, arrivano al cuore per la loro complessità e per la limpidezza d’immagine ed evocano sentimenti di purezza e di serenità.
Gran parte della produzione pittorica presenta elementi paesaggistici, naturalistici del nostro vivere quotidiano; un quotidiano fatto non di metropolitana e di elementi tecnologici, che mediano la Comunicazione, altrimenti fluida e diretta delle frequenze di luce imprigionate nei quadri di Giuseppe Mirigliano, ma un quotidiano fatto di elementi, che appartengono al mondo della natura, vissuta come amica e compagna degli esseri umani e che sembra aiutare l’uomo a superare le sue angosce, le sue separazioni, come appare non solo nei quadri paesaggistici, ma soprattutto nei ritratti il cui essere simbolico, attraverso la tessitura dei colori esprime l’Infinito, che Dio ha creato.
La bellezza e l’integrità della natura, che viene intesa dall’autore come comunità biotica, si esprime nella poliedricità dei temi e nessuna creatura esistente viene esclusa da questa orchesta di immagini piene di luce ed energia, nella proposta di una nuova realtà.
Tutto, nell’arte di Giuseppe Mirigliano, può essere visto con gli occhi di un bambino affascinato dal mondo che lo circonda, sconosciuto, ma portatore di vita e di emozioni colorate, azzurre e gioiose.
I colori si intrecciano, creano una musicalità di luci e ombre, che spesso diventa una musicalità poetica, dando origine alle poesie, come alta e purissima espressione artistica del linguaggio scritto.
Le opere di Giuseppe Mirigliano trasportano negli alti spazi del cielo e nelle profondità del mare ed esprimono le sue immaginative rappresentazioni di mondi emotivi sommersi, che poca espressione avrebbero con le parole, linguaggio della quotidianità, ma che magistralmente si esprimono nascendo da forme e colori per toccare temi nascosti nei nostri attimi di vita, succedentesi l’uno all’altro, ma unificantesi nell’unità artistica dell’Io dell’individuo, così del quadro, dove tutto è, e a volte appare, così limpidamente trasparente, puro.
Nel cuore dell’arte pittorica, palpitante nelle opere di Giuseppe Mirigliano tutto il male del mondo è dimenticato per lasciare il posto al bello, al bene, che purifica e fa riposare nei verdi prati della speranza.

Ciò fa riemergere la fede in un mondo nuovo più sano, lontano del male e dal disagio quotidiano.
Infatti, queste opere pittoriche elevano la mente e il cuore dell’uomo fino a farlo diventare Messaggio Cristiano, come il Santo Padre Giovanni Paolo II ha detto nel corso dell’Anno Santo nel ricevere gli Artisti.
Come Giornalista Cattolico, che si è sempre proposto di diffondere e promuovere gli ideali di bellezza e bontà, ritengo essenziale la promozione della fede religiosa in un mondo sempre più puro e più ricco di speranza e di fratellanza fra tutte le creature viventi, che è ciò che si estrinseca in queste creazioni artistiche.
Giuseppe Mirigliano, Artista di notevole e poliedrico spessore fa onore alla Patria Italia, alla Cultura Italiana con le sue numerose Mostre e i numerosi riconoscimenti che la sua arte ha giustamente meritato, anche all’estero sino all’America.

Roma, 30 gennaio 2003.
Augusto Giordano
Giornalista RAI TV GR2

 

 

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